domenica 18 dicembre 2011

a proposito di Malta..

abbiamo discusso in classe sulla questione dei respingimenti di extracomunitari e sulle condizioni dei richiedenti asilo.
ecco alcune notizie da Malta!
ne riparliamo

martedì 1 novembre 2011

incompatibilità

ecco un caso abbastanza raro di incompatibilità fra carica di parlamentare e altre cariche politiche..


ma la domanda che sorge è: da quando è sorta questa incompatibilità?

ci vediamo

prof.

martedì 11 ottobre 2011

leggi di iniziativa popolare

si parlava di leggi di iniziativa popolare..

qui si possono firmare due iniziative


chissà che, a differenza di quello che succede normalmente, questa volta il parlamento si degni anche di discuterle!
ciao
prof.

giovedì 6 ottobre 2011

peggio di comma 22?

riprendendo il titolo del famoso libro/film antimilitarista, raccolgo l'invito a protestare contro il comma 29 del ddl anti-intercettazioni e posto il seguente testo:

Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?
Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione.

Cosa è la rettifica?
La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi.

Quali sono i termini per la pubblicazione della rettifica, e quali le conseguenze in caso di non pubblicazione?
La norma prevede che la rettifica vada pubblicata entro due giorni dalla richiesta (non dalla ricezione), e la richiesta può essere inviata con qualsiasi mezzo, anche una semplice mail. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, ma ad essa non possono essere aggiunti commenti. Nel caso di mancata pubblicazione nei termini scatta una sanzione fino a 12.500 euro. Il gestore del sito non può giustificare la mancata pubblicazione sostenendo di essere stato in vacanza o lontano dal blog per più di due giorni, non sono infatti previste esimenti per la mancata pubblicazione, al massimo si potrà impugnare la multa dinanzi ad un giudice dovendo però dimostrare la sussistenza di una situazione sopravvenuta non imputabile al gestore del sito.

Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto?
La rettifica prevista per i siti informatici è quella della legge sulla stampa, per la quale sono soggetti a rettifica tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni ritenute dai soggetti citati nella notizia “lesivi della loro dignità o contrari a verità”. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia, è quindi un criterio puramente soggettivo, ed è del tutto indifferente alla veridicità o meno della notizia pubblicata.

Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false?
E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri.

Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica?
La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi sarà il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso.

Sono soggetti a rettifica anche i commenti?
Un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento (e contenuti similari) non dovrebbe essere soggetto a rettifica.

QUI l'articolo completo

@valigia blu - riproduzione consigliata

lunedì 3 ottobre 2011

dove sono gli evasori?

ciao a tutti,
pubblico anch'io una lettera di un mese fa ad un importante quotidiano che ormai è divenuta famosa

Caro Direttore, ho deciso di disturbarla ancora. Ormai prossimo alla pensione e dopo aver lavorato tutta una vita tra le dichiarazioni dei redditi degli italiani, non posso rimanere in silenzio. In questi giorni, e per l' ennesima volta, si chiede un «contributo di solidarietà». Si è stabilito che ciò fosse a carico dei cittadini che superano i 90.000 euro e hanno definito «equo» il prelievo. Di equo questo provvedimento non ha nulla. I cittadini che dichiarano un reddito superiore sono una percentuale risibile. Perché solo 400.000 onesti dovrebbero contribuire mentre una parte rilevante, seppur più ricca, no? L' articolo 53 della Costituzione recita «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività». Perché nessuno si preoccupa di far rispettare quest' articolo? Sul suo giornale ieri è apparso un appello di quattro esponenti della maggioranza. Un tentativo di far digerire questa stangata (scusate, questa manovra) ai loro elettori. Una frase mi ha colpito. «Abbiamo chiesto di più a chi ha di più». Quello che hanno fatto è stato «chiedere di più a chi già dichiara di più». Adesso la saluto. Le sto scrivendo dal tavolino di un bar. Nel frattempo sono passati alla cassa decine di avventori. Scontrini? Zero. Johannes Buckler (Lo pseudonimo mi è obbligatorio visto il lavoro che svolgo. E come immaginerà non è scelto a caso). Corriere della sera 29 ago. ‘11

Mi pare che l'argomento richieda una bella discussione in classe!

prof.

mercoledì 28 settembre 2011

pubblicità

ecco a voi lo spot perfetto..



ma la cosa più interessante è scoprire come lo hanno fatto!

ciao
prof.

domenica 18 settembre 2011

unforgettable duet

Ciao a tutti!
per un sottofondo musicale veramente eccezionale

http://www.youtube.com/watch?v=_OFMkCeP6ok


.. e per non dimenticare che la vita può essere pericolosa!

un salutone

prof.


lunedì 5 settembre 2011

come mai tutti questi disoccupati?

Ciao a tutti,
posto oggi la prima parte di un mio lavoro non ancora pubblicato, ad uso riflessione per chi ha voglia di porsi qualche domanda su quel che succede in questo nostro pazzo mondo.

IL DOPPIO INGANNO DEL MERCATO DEL LAVORO

L’inganno del mercato ovvero i benefici dell’egoismo

Forse non è a tutti noto che il fondatore dell’economia politica, il cantore della mano invisibile, affermò che dove non poteva intervenire il sentimento di fratellanza o amicizia, solo in quel caso il ricorso al mercato, simboleggiato dal paradigma comportamentale dell’“egoismo del macellaio”, avrebbe potuto risolvere efficacemente il problema della sussistenza,. Assistiamo in questi giorni ad un altro comportamento del macellaio, vale a dire del negoziante in generale, ma di segno apparentemente opposto a quello indicato da Adam Smith; ciò avviene in Inghilterra in occasione degli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti che hanno devastato e saccheggiato ogni tipo di negozio; tali scontri erano iniziati a Londra dopo che un poliziotto il 4 agosto scorso aveva ucciso Mark Duggan, un 29enne di colore con 4 figli e sono poi dilagati in molte città del Nord dell’Inghilterra. Ora, nei quartieri devastati è scesa la Brooms Army, l’esercito delle scope, una iniziativa di volontari ai quali panifici e pasticcerie distribuiscono gratuitamente dolci e caffè.

Mentre il comportamento dei saccheggiatori viene considerato – ad esempio da Zygmunt Bauman - l’esito ultimo dell’esclusione dal mercato di persone educate al consumismo, può essere interessante chiedersi se i negozianti che rifocillano i volontari netturbini, farebbero altrettanto anche con altri soggetti, ad esempio reparti militari mandati dal governo (come spesso avviene in Italia in caso di calamità naturali o emergenze criminali).

Quale che sia la risposta, gli interpeti di Smith, estrapolarono le virtù del mercato concorrenziale dal contesto sociale nel quale questi lo aveva osservato, che era allora un contesto di forte integrazione culturale e diffuse virtù civiche. Assolutizzarono quindi il principio di razionalità umana creando quella caricatura stilizzata del genere umano che è lhomo oeconomicus, pretendendo che chiunque fosse guidato nelle sue azioni dal “freddo” calcolo di costi e benefici individuali.

L’altro caposaldo della cosiddetta scuola neoclassica divenne il regime di mercato di libera concorrenza perfetta, nell’ambito del quale il massimo profitto dell’impresa rappresentativa porta magicamente alla massima efficienza produttiva, al minor costo di produzione e quindi al massimo beneficio per il consumatore, indicato come il vero sovrano del sistema economico. La fortissima attrazione di tale modello – formalmente inattaccabile – è riuscita ad assorbire attraverso lo studio delle forme di mercato e delle asimmetrie informative le “imperfezioni” del gigantismo industriale e della opacità delle transazioni, giustificando – in nome di una concorrenza dei forti a spese dei deboli – privatizzazioni avventate, deregolamentazioni dissennate, liberalizzazioni più o meno selvagge..

Se quindi il paradigma del mercato da imporre in qualsiasi contesto sociopolitico perché portatore di beneficio sociale è sostanzialmente ingannevole, lo stesso paradigma applicato a quella merce molto particolare che è il lavoro può ingannare doppiamente.

© Antonio Gasperi


lunedì 8 agosto 2011

Hallo friends,
just now I'm more or less ready to begin. My mother language is italian, but I can understand english, francais, ein wenig deutsch, espanol un poquito :-) and I'd like learn to read arabian and chinese.. so, that's enough.
My best regards to all the welcomes!
Antonio